Ruxolitinib per curare l’alopecia areata, speranza fondata?
Il ruxolitinib è un principio attivo usato per curare alcuni tumori del sangue. Per caso, si è scoperto che è in grado di contrastare i meccanismi immunologici alla base dell’alopecia areata. La scoperta è stata fatta durante i test sui topi, che mostravano un aumento della crescita del pelo durante la sua assunzione. Da lì sono partite ulteriori ricerche sulla somministrazione orale e topica del ruxolitinib per curare la calvizie autoimmune. Facciamo il punto della situazione.
Cos’è il ruxolitinib?
Creato nei laboratori della Columbia University Medical Center, il ruxolitinib è un JAK, ossia un inibitore delle Janus chinasi, precisamente la 1 e 2. In breve, si tratta di sostanze che intervengono nella trasmissione della comunicazione generata dalle citochine. Queste ultime sono una vasta famiglia di molecole proteiche che, relativamente al sistema immunitario, regolano e coordinano il suo funzionamento.

In pratica sono prodotte (non in via esclusiva) dai componenti stessi del sistema immunitario e, tra le altre cose, stimolano la produzione di linfociti, anticorpi e macrofagi, ne potenziano la migrazione nelle zone dove esiste uno stimolo antigenico, l’azione di fagocitosi e lisi cellulare dei microbi, e infine a emergenza risolta inibiscono l’ulteriore proliferazione di linfociti, anticorpi, etc. I diversi meccanismi d’azione messi in atto durante la risposta immunitaria, insomma, dipendono in larga parte dalle citochine prodotte e dai loro bersagli.
Purtroppo queste molecole, pur essendo vitali per la sopravvivenza, intervengono anche in corso di allergie e alcuni tumori. Il ruxolitinib, in quanto JAK, ha lo scopo di inibire la disregolazione e l’iperproliferazione di alcune cellule del sangue, accompagnata da iper-attività delle Janus chinasi, che si verifica in 2 neoplasie: la mielofibrosi e la policitemia vera. Il r. agisce, esattamente, sui livelli di interleuchina 15 e interferone gamma. Entrambi hanno azione permissiva sulla produzione e attivazione delle linee linfocitarie NK e CD8.
Ruxolitinib e alopecia areata
Dopo la scoperta casuale del suo ruolo nell’alopecia areata, sono stati fatti alcuni test a parte per verificarne il rapporto beneficio/effetti collaterali. Il dosaggio di 40 mg totali quotidiani assunti per via orale si è rivelato efficace nell’inibire la caduta dei capelli nei soggetti trattati. Al termine del trattamento di 3-6 mesi la maggior parte dei pazienti ha conservato i benefici, mentre altri hanno subito una ricaduta nella malattia, anche se in misura più modesta rispetto alla fase pre-ruxolitinib.
Come tutti i farmaci antitumorali, anche questo provoca pesanti effetti collaterali. In particolare possono verficarsi danni epatici e renali, vertigini, immunodepressione, carenza di piastrine e globuli rossi, tumori (paradossalmente!). Dato che in corso di alopecia areata i pochi studi hanno utilizzato il medesimo dosaggio impiegato per la cura della mielofibrosi, gli effetti collaterali non sono stati minori. Per bypassare il problema è stato tentato un utilizzo topico del ruxolitinib, con risultati apparentemente non soddisfacenti.
Bibliografia
Oral ruxolitinib induces hair regrowth in patients with moderate-to-severe alopecia areata
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Topical Ruxolitinib for the Treatment of Alopecia Universalis
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A Case of Topical Ruxolitinib Treatment Failure in Alopecia Areata.
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