Rasare i capelli per solidarietà un gesto per amare e amarsi

La scelta di rasare i capelli può nascere da tante motivazioni, dall’estetica dominante della testa calva all’alopecia androgenetica per esempio, ma nessuna colpisce come la solidarietà verso chi subisce la perdita di capelli per la chemioterapia o altre malattie. Grazie al web oggi sappiamo che questo tipo di calvizie volontaria e temporanea non è affatto rara. In sintonia col clima natalizio che ispira buone azioni, riportiamo alcuni casi di cronaca che meritano di essere (ri)celebrati.

Niamh Baldwin è una ragazzina inglese che ha voluto rasare i capelli, bellissimi capelli lunghi e biondi, perché diventassero una parrucca naturale da donare a chi sta lottando contro il cancro. Il gesto dell’allora 14enne (il fatto risale all’inizio dell’anno) ha fatto scalpore, però, più per le conseguenze che per la sua bontà intrinseca. Sì, perché Niamh è stata punita. La sua scuola, la Mounts Bay Academy, ha deciso di escluderla dai corsi fino alla ricrescita di almeno 1 cm di lunghezza della chioma. La motivazione? Una regola dell’istituto impone il divieto della rasatura alle proprie alunne. Ma il web l’ha sostenuta, approvando il suo gesto.

Rasare i capelli e oltre: l’americano Josh Marshall, padre di un bimbo di 8 anni operato per un tumore al cervello, non si è infatti limitato a tagliare i capelli a zero per assomigliare al figlio tanto amato. Un giorno il piccolo Gabriel gli ha confessato di vergognarsi della sua brutta cicatrice a forma di ferro di cavallo sul lato destro della testa. Josh non ci ha pensato 2 volte. Se n’è fatto tatuare una altrettanto orrenda e appariscente nella stessa posizione. Così, ha spiegato al suo bimbo, la gente avrebbe guardato entrambi al medesimo modo. Gabriel non ce l’ha fatta: si è spento a febbraio, ma nessun dubbio che nei mesi trascorsi con la cicatrice “gemella” del padre sempre accanto alla sua il disagio sia stato almeno lenito.

Johannesburg, Australia. Rasare i capelli tutte quante per solidarietà verso l’amica resa calva dalla chemioterapia. E’ quanto ha deciso di fare un gruppo di ragazze, in diretta tv, per offrire il loro supporto a Gerdi McKenna. Nessuna ha tentennato o mostrato dispiacere per il sacrificio della chioma. La giovane malata allo scoprire il gesto compiuto per aiutarla non ha potuto trattenere le lacrime.

Spostiamoci a Bilbao, in Spagna. Altra azione di solidarietà collettiva avvenuta nel 2017, questa volta ad opera dell’Athletic Bilbao, una squadra di calcio temporaneamente decurtata di un difensore, Yerai Alvarez. Il giovane sportivo, appena 22 anni, si stava curando per sconfiggere un tumore al testicolo. E i compagni si sono riuniti tutti accanto a lui: con la testa rasata come la sua, aspettando che le rispettive chiome potessero ricrescere tutte assieme.

Ancora nel mondo del calcio, questa volta in Italia. Nella rinuncia ai propri capelli per solidarietà è il turno dell’allenatore Francesco Bellicini, che nel 2015 ha voluto sostenere un ragazzino di 11 anni umiliato da una calvizie dovuta all’alopecia areata. Per fortuna non si trattava di un tumore, certo, ma a quell’età sentirsi diverso non per scelta, estetica o ribellione bensì per una patologia autoimmune è molto, troppo difficile. Per fortuna sulla sua strada ha trovato un trainer dal cuore d’oro.

 

L’elenco di chi ha scelto di rasare i capelli per solidarietà non è certo esaurito e chissà, forse accanto ai casi noti apparsi sul web ci sono tanti identici gesti silenziosi ma non certo meno meritevoli di lode. Soprattutto con il Natale alle porte, è bello pensare che sia così.

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