Finasteride e alopecia: efficacia ed effetti collaterali

La terapia con finasteride per contrastare l’alopecia androgenetica o AGA è collaudata da decenni. Recentemente alcuni ricerche hanno dimostrato che il farmaco è attivo anche per via locale. Funziona sempre e comunque? Ha effetti collaterali? Ecco un approfondimento sul tema per aiutarti a capirlo.

Come agisce la finasteride per contrastare l’alopecia androgenetica

Per poter capire il meccanismo d’azione della finasteride occorre prima spiegare cosa accade sul cuoio capelluto in presenza di alopecia androgenetica.

La calvizie dovuta all’azione degli ormoni androgeni sui follicoli piliferi è dovuta alla loro interferenza sul ciclo di vita del capello. In sostanza in corso di AGA si accorcia sempre più la fase anagen (che è quella di crescita) portando il capello a rimanere più corto, sottile e a cadere precocemente. Nel tempo, il follicolo si riduce sempre più fino a miniaturizzarsi, diventando incapace a produrre capelli veri e propri, sostituiti man mano da un vello praticamente invisibile a occhio nudo.

Oggi abbiamo la certezza dell’esistenza di una chiara predisposizione genetica che, sorpresa, riguarda anche la trasmissione madre-figlio. Difatti il gene codificante per il recettore nucleare degli androgeni è situato sul cromosoma X. Non è l’unico chiamato in causa però: un altro gene è stato individuato sul cromosoma 20, ereditabile sia per parte materna che paterna. E molto probabilmente, stimano i ricercatori, ne esistono di ulteriori.

Oltre al numero conta anche l’affinità recettoriale per gli androgeni, che indica la maggiore o minore capacità di “riconoscimento”, in questo caso appunto degli ormoni, ad opera dei recettori. L’affinità è modulata per larga parte dalla loro morfologia e da alcune proprietà bio-chimiche; più è alta e meglio gli androgeni riescono a esplicare i loro effetti nel nucleo. Altri fattori che influenzano l’alopecia androgenetica risultano la quantità di ormoni in circolo e l’azione della prostaglandina PGD2 (che favorisce la caduta dei capelli ed è presente in tutte le forme di alopecia).

Infine c’è l’attività della 5-alfa-reduttasi di tipo 2. Quest’ultima è uno dei 2 isoenzimi che convertono il testosterone nel più attivo diidrotestosterone o DHT. Stiamo parlando dei 2 principali ormoni androgeni. Il testosterone è il maggiore prodotto delle gonadi maschili (testicoli) e può esplicare i suoi effetti organici direttamente, come è il caso dell’azione anabolica a livello dei muscoli, oppure può essere convertito nel DHT. La sua concentrazione deriva infatti per l’80% dalla conversione periferica del testosterone tramite le 5-alfa-reduttasi di tipo 1 e 2. Sotto molti aspetti è più potente del suo precursore: ad esempio nell’effetto nocivo sui follicoli piliferi.

E’ qui che entra in campo la finasteride. La sua azione inibisce in maniera selettiva l’attività della 5-alfa-reduttasi di tipo 2, col risultato di una minore concentrazione di diidrostestosterone intrafollicolare e in altri tessuti. Il farmaco, assunto alla dose di 1 mg al giorno, determina dopo circa 3-6 mesi un miglioramento dell’alopecia androgenetica di grado lieve e medio. Nel 90% dei casi si riduce la caduta e, anche se in un numero minore (circa 50% dei casi), i capelli che ricrescono sono più numerosi ma anche di diametro maggiore. I risultati si mantengono stabili finché dura la terapia. Alla sospensione invece l’alopecia androgenetica riprende il sopravvento.

La finasteride si rivela più efficace nei soggetti giovani e di mezza età rispetto ai pazienti in età più avanzata. Un dosaggio più alto non pare produrre una maggiore efficacia. L’effetto terapeutico è più marcato con l’associazione al minoxidil per via topica.

Si usa anche per le donne?

L’influenza nociva degli ormoni androgeni non è esclusiva del sesso maschile. Anche le donne, seppure in grado e percentuale molto minore, possono subire un diradamento dei capelli mediato dal DHT. In alcuni casi alla base c’è una patologia androgeno-secernente, per esempio ovaio policistico o adenoma surrenalico. Altre volte ad aumentare non è la produzione di ormoni ma la loro quota libera, con effetti ugualmente nocivi anche se più modesti. Infine, anche la caduta degli estrogeni dovuta alla menopausa può tradursi in alopecia androgenetica.

La finasteride quindi trova razionale impiego nelle donne, ma a dosaggi più alti e con tempi di miglioramento generalmente superiori rispetto agli uomini. La terapia somministrata in età fertile presenta tuttavia un grave problema: è teratogena. Di conseguenza richiede l’associazione con un contraccettivo.

L’uso topico della finasteride

In tempi recenti è stato rivalutato l’uso della finasteride per via locale. Il vantaggio dell’impiego topico è la riduzione dei possibili effetti collaterali a fronte di un impegno maggiore da parte del paziente per l’applicazione quotidiana e i lavaggi più frequenti. Gli studi sono ancora in corso, così come l’effettiva assenza di effetti avversi, ma pare che la formulazione in gel al 2,5% produca risultati sovrapponibili a quelli della somministrazione orale. Il prodotto è esclusivamente galenico e richiede prescrizione medica. Da notare che l’eventuale uso concomitante del minoxidil deve essere distanziato durante la giornata. Per le donne rimane il problema dell’effetto teratogeno.

Effetti collaterali

Esistono effetti collaterali legati all’uso della finasteride per l’alopecia androgenetica? La risposta è sì, ovviamente. Non esiste un farmaco completamente innocuo per il 100% della popolazione, e questo non fa eccezione. Quanto alla percentuale di soggetti interessati dagli effetti avversi i dati sono controversi. Fino a pochi anni fa erano stimati intorno al 2-3%, ma ricerche recenti paiono rivelare statistiche più preoccupanti.

Ad ogni modo i problemi riscontrabili possono consistere in:

  • disfunzioni erettili;
  • calo del desiderio sessuale;
  • oligospermia;
  • depressione;
  • tensione o turgore mammario;
  • brividi;
  • orticaria;
  • cefalea;
  • edemi;
  • probabile aumentata incidenza di carcinoma mammario (che interessa anche gli uomini).

Sempre in anni recenti si è messa in dubbio la reversibilità di questo effetti collaterali alla sospensione della terapia. Infine, una piccola percentuale di soggetti, inferiore al 5%, non riscontra miglioramenti nell’uso della finasteride per trattare l’alopecia.

Bibliografia

Assessment of the usefulness of dihydrotestosterone in the diagnostics of patients with androgenetic alopecia

Izabela Urysiak-Czubatka, Małgorzata L. Kmieć, corresponding author and Grażyna Broniarczyk-Dyła

Use of Finasteride in the Treatment of Men With Androgenetic Alopecia (Male Pattern Hair Loss)

JerryShapiro1Keith D.Kaufman

Finasteride Side Effects su drugs.com

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